Dopo il 1576 il Lazzaretto che trovasi nella località di S. Lazzaro fuori Porta Portello venne trasferito fuori Porta S. Giovanni. Nel 1630 una terribile epidemia di peste bubbonica infieriva in tutta l'Alta Italia. Padova era rimasta immune grazie ai severi provvedimenti presi, fra i quali che nessuno potesse entrare in città se non munito da un certificato .dichiarante che proveniva da luogo non infetto. Nel giugno 1630 certo Pezzani bottegaio erasi recato a Vicenza, città colpita dal flagello e la sera rientro in Padova scavalcando le mura con una scala di corda e l'indomani si ammalo di peste e propago il contagio in via S. Giovanni ove abitava. I magistrati corsero ai ripari, fu proibito il passaggio delle barche, furono chiuse le porte della città meno quattro per poter meglio sorvegliare chi entrava e pel 1630 pareva il pericolo domato benché in quell'anno si avessero avuti 3000 morti. Nel febbraio 1631 .certa Angelica Cappelletti di Venezia arrivava a Padova con un certificato falso che la dichiarava proveniente da Gambarare paese non infetto ed andava ad abitare presso una sua nipote in via S. Matteo. Pare che l'intrusa fosse già appestata e con tutto ciò diede in quella casa una festa di ballo con ragazze allegre e giovani scapestrati. L'indomani quasi tutti erano presi dal morbo. II male rapidamente si propago e fino all'agosto morirono oltre 9000 persone. La Serenissima Repubblica mando a Padova quale comandante il nobile Alvise Vallaresso il quale coi suoi energici provvedimenti pose argine al flagello che nell'ottobre stesso cesso. In onore di lui e per riconoscenza la Città eresse ,l'Arco in Piazza del Duomo che porta appunto il nome .di Arco Vallaresso.
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